Autodifesa o combattimento?
Prima di iniziare un corso di autodifesa è molto importante chiarire la radicale differenza che intercorre tra autodifesa e combattimento, inteso come un conflitto che si risolve sul piano fisico.
Ciò che io sostengo è che autodifesa significa “non combattere”: se si “entra” in combattimento si esclude la possibilità di difendersi, poiché si accettano le regole del combattimento stesso.
Una delle principali regole di un combattimento è che è meglio vincere che perdere; si ammette che esista un vincitore ed uno sconfitto, uno che si arrende o fugge con la coda tra le gambe e un altro che predomina, uno che sopravvive con meno lesioni fisiche e un altro che purtroppo ha la peggio e lascia sul “campo di battaglia” qualcosa di rotto, sempre che non entrino in gioco le armi (contundenti, da taglio, da fuoco). In quest’ultimo caso si rischia non solo di subire lesioni molto gravi e invalidanti, ma addirittura di perdere la vita.
Nella maggior parte dei casi di rissa o combattimento per strada, all’arrivo delle forze dell’ordine o dei soccorsi, entrambe le parti sostengono che “è stato l’altro ad iniziare per primo” e che si è trattato di autodifesa, ma spesso la vera causa scatenante è la volontà di combattere e di prevalere sull’altro. Quando si materializzano idee come “aver ragione a ogni costo”, “voler fargliela pagare”, “cosa hai detto? ripetilo se hai coraggio”, “ti sfido a …” e simili, allora ci troviamo nella genesi di un combattimento. Per usare una metafora, possiamo immaginare che qualcuno sta cercando di accendere un fuoco (sfregando due legnetti e soffiando, usando un accendino, oppure un lanciafiamme … a seconda della situazione) e noi ci troviamo a dover decidere se dimostrare che sappiamo fare un falò più grande oppure se armarci di estintore e spegnere il fuoco che sta nascendo prima che faccia troppi danni.
Nel secondo caso, che è chiaramente l’analogia con la vera autodifesa, bisogna trovare in noi stessi la forza, il coraggio, l’arguzia e la prontezza di spirito per identificare immediatamente il pericolo e contrastarlo su un piano diverso: in pratica non combattendo, non accettando le regole del gioco.
In conclusione, un corso di autodifesa, soprattutto se rivolto alle donne, è utile se si tiene presente sempre questo concetto chiave: l’autodifesa non è picchiare più forte, non è vincere un combattimento, non è prevalere sul piano fisico, ma consiste nel trovare dentro di sè la capacità di evadere dal conflitto e se possibile, di prevenirlo.
Solo quando, nonostante tutti gli sforzi fatti per evitare situazioni sgradevoli, vi trovate di fronte ad un pericolo immediato da cui non si può fuggire, allora dovete agire nel più breve tempo possibile, per risolvere la situazione preservando la vostra vita: questo è autodifesa. Siete pronte?